The Empty Project
Adelaide Cioni e Giuseppe De Mattia

con Lisa Andreani, Typhaine Delaup, Fabio Giorgi Alberti, Carlo Favero e Joana P.R. Neves e Nyla van Ingen

 

Abbiamo ospitato un secondo workshop di ricerca e sviluppo per The Empty Project, una collaborazione tra gli artisti Adelaide Cioni e Giuseppe De Mattia, le curatrici Joana PR Neves (Drawing Now) e Lisa Andreani (MACRO, Roma/Archivio Salvo, Torino), la coreografa Typhaine Delaup, l’artista Fabio Giorgi Alberti (che realizzerà un film sul progetto), il fotografo Carlo Favero e la compositrice e cantante Nyla van Ingen. Una prima fase del progetto è stata ospitata da MAMbo, Bologna, nell’ottobre 2020, a cui sono seguiti workshop presso i Mahler & LeWitt Studios a giugno e ottobre 2021.

Adelaide e Giuseppe descrivono il lavoro in questo modo: “The Empty Project esplora il rapporto tra gioco e disegno. Partendo dai due elementi di base del disegno – la linea e il punto – il progetto procede come una conversazione tra i vari partecipanti e sta diventando un insieme stratificato di opere e punti di vista. Nato a gennaio del 2020, il progetto è cresciuto attorno agli eventi globali di quest’anno, ponendosi necessariamente il problema della fruizione e la documentazione delle opere d’arte, nonché come collaborare e creare scambio in un momento in cui essere presenti fisicamente è complesso . Il corpo è al centro del discorso, sia negli aspetti performativi del lavoro che nell’impegno per incontrarci di persona per le diverse fasi di sviluppo al MAMbo e ai Mahler & Lewitt Studios. Il modo in cui il corpo viene tradotto attraverso la documentazione – in questo caso pellicola super 8, fotografia analogica e pubblicazione stampata – è esso stesso un’istanza chiave del progetto”.

Adelaide Cioni (Bologna, 1976) ha studiato a UCLA, Los Angeles, e si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma (2015). Laureata in storia contemporanea, per dieci anni ha tradotto letteratura americana (John Cheever, David Foster Wallace, Lydia Davis, Richard Ford, Am Homes e altri). Nel 2012, terminata la traduzione dei diari di John Cheever, ha deciso di smettere di tradurre e dedicarsi alla pratica artistica. La sua pratica va dal disegno alla performance ed è particolarmente legata all’utilizzo di tessuti come materiale sia scultoreo che pittorico. Nel 2016 si è trasferita in Umbria e ha aperto insieme a Fabio Giorgi Alberti uno studio e project space chiamato “Franca”. È rappresentata da P420, Bologna.

Giuseppe De Mattia (Bari, 1980) indaga il rapporto tra memoria, archivio e contemporaneità mettendo in atto un dialogo tra media diversi. Comincia con la fotografia per poi spostarsi al video e all’audio fino ad arrivare al disegno nelle ultime opere. Accanto alla sua pratica personale, De Mattia collabora con il collettivo Coclite / De Mattia e Casa a Mare (con Luca Coclite e Claudio Musso). Attualmente collabora con la Cineteca di Bologna e Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia. È rappresentato da Matèria, Roma. I suoi libri sono pubblicati da Corraini Editore, Danilo Montanari e Skinnerboox. Dal 2015 ha avviato un progetto editoriale di auto-pubblicazione con il nome di L.T – Libri Tasso.

Dr. Joana P. R. Neves è curatrice e scrittrice indipendente, co-curatrice della mostra itinerante internazionale Blank, Irma Blank. È direttore artistico di Drawing Now art fair, Parigi, e co-fondatrice di Worlding International Studio Residency and Project Space, Londra. Il suo libro, The Female Drawing Machine, è di prossima uscita. Nel 2020 ha conseguito il PhD in storia dell’arte presso la Kingston School of Art. La sua tesi, sulla linea e la traccia, emergenti dall’immaginario scientifico dell’Ottocento e riaffioranti nelle strategie visive dell’arte concettuale, propone un nuovo concetto di ‘indexical line’, una linea connessa con il disegno e la tecnologia, con l’immaginario figurativo e il fare-segno dell’astrazione. Attualmente è interessata ad analizzare in che modo gli usi concettuali della linea come qualcosa di universale, o neutro, possano rapportarsi – e se sì, come – al pensiero e all’agire femminista e anti-imperialista.

Lisa Andreani è una scrittrice, curatrice e critica d’arte con sede a Roma. La sua ricerca si basa sull’idea di un “impegno circolare” in cui architettura, design e arte contemporanea dialogano tra loro in una forma di educazione performativa e trasversale. Accanto a questi temi, l’archivio, come oggetto e soggetto, crea per lei uno strumento metodologico cardine, attraverso il quale produrre materiali per le sue ricerche. Attualmente è Coordinatarice Curatoriale e Editoriale presso il MACRO – Museo per l’Immaginazione Preventiva, diretto da Luca Lo Pinto. Nel 2019 ha completato il programma di ricerca Global Modernism Studies presso la Bauhaus Dessau Foundation. È stata project manager per Romanistan, progetto dell’artista Luca Vitone, vincitore della quarta edizione di Italian Council. Dal 2018 lavora come archivista e ricercatrice per l’Archivio Salvo del quale fa parte del Comitato Scientifico. Nel 2019 ha co-fondato REPLICA, un progetto di ricerca dedicato ai libri d’artista.

Fabio Giorgi Alberti lavora con film e video, scultura, parole, performance e disegno per indagare sul linguaggio e sul modo con cui ci rapportiamo alla realtà. Le sue opere sono caratterizzate da un’ambigua semplicità che solleva interrogativi sull’identità e sulla funzione stessa dell’arte. Nato a Leida, nei Paesi Bassi, e cresciuto a Roma, nel 2016 si è trasferito in Umbria dove ha aperto, insieme ad Adelaide Cioni, un project space e studio chiamato “Franca” che ospita mostre e laboratori. Ha esposto il suo lavoro in luoghi istituzionali e spazi indipendenti in Italia e all’estero.

Typhaine Delaup è una danzatrice e coreografa con sede a Londra. La sua pratica si basa sull’improvvisazione. Il suo lavoro coreografico è stato presentato in vari luoghi e gallerie nel Regno Unito, in Italia, Norvegia, Bielorussia e Paesi Bassi. Il suo progetto più recente, Conducting with the Body, con Virginia Scudeletti, adatta la tecnica del Soundpainting per ricreare potenti dinamiche improvvisate nella performance dal vivo. Altri suoi lavori recenti sono: Curiouser and Curiouser, e This is it. Delaup ha lavorato come Movement Director per Martin Creed, Tom Lovelace e JocJonJosch. Come performer ha collaborato, tra gli altri, con Marina Abramovic, Josiah McElheny, Pablo Bronstein, Tara D’arqiuan, Leila McMillan e Vera Tussing.

Carlo Favero è un fotografo che collabora con artisti, gallerie, musei, editori e collezionisti privati per la documentazione e la riproduzione di opere d’arte. Ha studiato architettura ed è affascinato dallo spazio e dalle relazioni tra gli oggetti, i volumi, la luce e il tempo. È sempre più interessato alla situazione che sta fotografando che all’oggetto dell’immagine. Tra gli altri suoi progetti: Libri Tasso (con Giuseppe De Mattia e Eleonora Ondolati) un progetto di autopubblicazione di libri d’artista; e Marktstudio (con Giuseppe De Mattia, Eleonora Ondolati, Enrico Camprini e Federica Fiumelli), uno spazio d’arte indipendente all’interno di un laboratorio di cornici a Bologna.

Nyla van Ingen è nata a Montréal, in Canada, e si è laureata all’Università di Toronto, dove ha studiato musica. Le sue performances canore sono state ospitate da numerosi palchi, da Tokyo a Tbilisi, in sedi illustri tra cui la Staatsoper Unter den Linden, la Tonhalle di Zurigo, il Berliner Ensemble e il Teatro dell’Opera di Roma e ha lavorato, tra gli altri, con i direttori Simone Young, Dennis Russel Davies, Michael Gielen e Giuseppe Sinopoli. Nel 2001 è entrata a far parte del Freyer Ensemble del regista tedesco Achim Freyer. Nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti visivi e curatori contribuendo con suoni e musica per mostre, performance e installazioni. I suoi progetti più recenti <open window> e >playlisten< portano la sound art negli spazi pubblici e urbani.